
Fandango Libri, Roma 2006.
In principio fu l’avvoltoio (Andrea sul trespolo dell’aula di disegno a provocare, immobile, il prof). O forse le caricature (Andrea che disegna per far ridere i compagni). Poi Sandro Visca mette a fuoco i ricordi ed ecco che dalle tenebre dell’oblio esce “Don Biscotte della Mancia”, prima storia a fumetti disegnata da Andrea Pazienza studente liceale in quel di Pescara. E il Don Biscotte del titolo è proprio lui: il professor Sandro Visca, docente di Figura disegnata, di soli elmo e foglia di fico coperto, diventato suo malgrado protagonista delle avventure del più talentuoso dei suoi allievi. Quando Andrea frequenta l’Artistico a Pescara inizia con il disegnare caricature di insegnanti e compagni di classe. Visca lo scopre e lo incoraggia a non accontentarsi. La risposta dello studente è inattesa: tre giorni senza presentarsi a scuola, poi arriva con una cartelletta e la mette in mano al professore. Dentro c’è, appunto, la sua prima storia a fumetti. Andrea ha raccolto il suo invito rendendolo il protagonista dell’avventura. E non aveva ancora sedici anni.
Sarà solo la prima di una lunga serie. Sandro Visca, baffi scuri e lunghi ricci neri, diventa l’involontario protagonista di una serie di strampalate avventure, non solo scolastiche, che lo accompagneranno per tutto il periodo pescarese di Andrea. Avventure disegnate su carta di ogni tipo, spesso a quadretti o addirittura millimetrata, fogli di fortuna. Fra i due nasce una amicizia che è anche rispetto artistico, tanto che sarà proprio Visca ad introdurre Pazienza alla galleria d’arte “Convergenze”, della quale diventerà un instancabile animatore.
Tutte le storie e le vignette di questo periodo giovanile sono raccolte nel volume “Visca” della Fandango, 164 pagine brossurate che fanno luce su uno dei periodi meno scandagliati della breve vita di Andrea Pazienza.
F.Graziadio