Fandango Libri
“Storia di Astarte” è l’ultima storia di Andrea Pazienza, lasciata incompiuta a causa della sua morte. Ce ne restano dieci pagine in bianco e nero dense di un disegno ricco e maturo. Astarte è il nome del cane di Annibale, che si presenta in sogno all’autore per dettargli la storia sua e del suo padrone. Una storia che percorre tutti gli angoli del Mediterraneo prima di fissare il suo evento dinamico nella campagna di Cartagine contro Roma. Astarte segue Annibale attraverso le Alpi e nella sua prima battaglia con i legionari, dalla quale si ritrae spaventato da un cane romano. L’ultima vignetta lo ritrae sdraiato e sereno con suo fratello Baal, «vicini per l’ultima volta», lasciandoci nel dubbio sulla sorte che avrebbe colpito l’uno o l’altro. Una storia dove i cani parlano con gli uomini e gli uomini, in questo caso Annibale, condividono le loro strategie con i cani. Un racconto sospeso in un passato crudele quanto glorioso, definito da un tratto straordinariamente ricco di dettagli. A pubblicarla, nel luglio del 1988, fu la rivista Comic Art diretta da Rinaldo Traini, che venne aspramente criticato da una parte dei suoi lettori per aver iniziato a presentare i lavori di Andrea. Anche Paz, a sua volta, aveva tentennato prima di accettare la collaborazione temendo che il compassato editore romano potesse proporgli di edulcorare le sue storie – sia nei temi trattati che nella rappresentazione grafica. Per evitare di incorrere in odiosissime censure si presentò con due lavori crudissimi: “Cuore di mamma” e “Cenerentola 80”. Le storie uscirono intatte, cementando la fiducia fra Traini e Pazienza, ma furono molte le proteste di parte dei lettori di Comic Art. Fra le accuse un: “Questo non sa disegnare” che fece infuriare Pazienza e lo spinse a immaginare, per il prosieguo della collaborazione, avventure più definite dal punto di vista grafico. Fra cui, appunto, “Storia di Astarte”. Particolare l’edizione curata da Fandango, dove le tavole sono state scorporate per ingrandire singole vignette e gruppi di immagini. Un lavoro certosino e necessario per poter godere dei mille particolari con cui Pazienza aveva arricchito i disegni.
Contenuti Extra
